Nail Chiodo

Guerre ludiche

Canto XII

Traduzione dall’originale inglese di Alessandro Gallenzi.

Chiunque abbia visto la Gorgone
sa il valore dei semplici piaceri—
è votato a proteggere la causa dello Spirito
dalla perorazione ideologica;
a sostenere il primato dell’individuo
sul e – se necessario – contro il sociale:
poiché il dolore provato da chiunque veda la Gorgone
è più grande di quello del mondo intero.
In seguito al suo esperimento di autolobotomia
mentale – che chiaramente non era stato
affatto un esperimento, ma in fin dei conti
un’indagine grammaticale --1
Lud
aveva un concetto piuttosto donchisciottesco
di quando stare zitto e quando, invece, parlare
per la maggiore pace mentale di tutti noi.
Io stesso non ricordo un solo precedente
nell’intero Corpus Rerum Hominum2
il volumetto che io e i miei colleghi angeli
stiamo compilando nel corso dei tempi
di una litigata come quella che ebbe con Jan, all’apice
della loro breve ma intensa relazione.
Mai prima d’allora un cavillo così astruso
aveva distrutto l’idillio tra due amanti,
e tuttavia tutto concorre a suggerire
che ciò era scritto letteralmente negli astri!
Lei diede lo spunto, fornì l’imbeccata
che mise in moto le obiezioni di lui –
alle quali lei replicò con un “Addio” così duro
che non v’era dubbio che avessero scatenato un putiferio.
Nella sala, le donne di Prufrock vanno e vengono,
ed è il fatto che parlano di Michelangelo3

che è significativo, non _cosa _dicono su di lui;
Nel caso di Jan, invece, ciò che fece irritare Lud
fu non solo il modo, ma anche il tono
con cui lei tirò fuori la Teoria dei quanti
nel salottino: la sua abituale giocosità e allegria,
all’improvviso lo fecero sentire terribilmente stanco,
come se la struttura microscopica dell’universo
fosse diventata un fronzolo dello status quo.
Una parolina di spiegazione qui potrebbe venire a proposito.
I fisici lo avevano quasi individuato in laboratorio
e alcuni lo avevano persino messo nero su bianco:
era inutile cercare di scoprire tutti i misteri
dell’universo, se questi erano frutto in parte
del proprio operare – a meno che, chiaramente, uno non volesse
scoprire tutti i misteri anche sul proprio conto.
Un giorno, si sarebbe arrivati a vivere vicariamente
attraverso i servitori4
, ma fino ad allora la discontinuità
quantistica esigeva l’accettazione della centralità dell’Uomo –
che, come ha detto una volta von Weizsäcker5, è venuto dopo
la Natura ma prima delle Scienze naturali.
Ora, quando si parla di quanti si parla
di cose che – benché di grande rilievo e momento –
sono di dimensioni estremamente piccole; e il rapporto
tra i limiti che pongono alla conoscenza
e la vita sulla terra di un Homo Sapiens comune
sembra essere, a tutti gli effetti, esiguo.
Eppure esiste! Quello stesso buonsenso
che ha formato la base della prima fisica
e che durerà fino all’ultima descrizione
ce lo dice. Perciò non fu senza essere
una parte in causa che il nostro Catone il Censore6
ribatteva le supposizioni
che Jan – pupilla del suo occhio! – stava facendo.
Secondo lui, lei aveva toccato un punto
che riguardava allo stesso modo tutti gli esseri umani
in una maniera che sembrava più ispirata
dalla centralità del proprio sesso all’interno della specie.
Quello di cui nessuno dei due riuscì davvero ad accorgersi
finché il pandemonio non fu rinchiuso di nuovo
in pascoli separati fu che Jan
era già pregna nella sua fantasia,
mentre per Lud il gioco della vita aveva smesso
ceteris paribus7 di valere la candela.
E infatti lei ben presto concepí uno stupendo rampollo
con il fuco più ambito in circolazione,
mentre Lud si rassegnò con calma ad avere
meno probabilità di procreare di un prete.


  1. cfr. Ludwig Wittgenstein, Osservazioni filosofiche,I, 3.

  2. lat. “Raccolta delle vicende umane”.

  3. cfr. T.S. Eliot, Il canto d’amore di J. Alfred Prufrock.

  4. cfr. Philippe-Auguste Mathias, conte di Villiers de l’Isle-Adam, Axel (1890), citato da Edmund Wilson in Il castello di Axel (1931) (“Vivere? I nostri servitori lo faranno per noi.”).

  5. Carl Friedrich von Weizsäcker (citato da Werner Heisenberg in Fisica e filosofia 1958).

  6. Marco Porcio Catone, detto “il Censore”.

  7. lat. “a parità di altre condizioni”.

Canto XIII