Nail Chiodo

Noncense

I

Traduzione dall’originale inglese di Luisa Ada Marigliani, Mauro Pichezzi, Aldo Rosselli.

Raramente, ma capita, mi sento saldo in sella:
Ciascuno, sai, ha il suo posto nel mondo.
Potrei avere appena consumato
La mia dose di porno, di qualcosa di tosto
Nei giorni scorsi (come attratto
Da un che di assolutamente porco)
E, un bel giorno, saprò cosa sognare,
Spalleggiato dall’invisibile esercito
Di prove che il tempo stesso ha collaudato.
È qualcosa di curioso:
Il fenomenale effetto omeopatico
Di certe donne su quei pensieri impuri
Che fan passerella della mente umana.
Il meccanismo—evitando l’imboscata
Di problemi filosofici o del voler levar le preci—
Fa venire in mente quella frase di Nietzsche
“Lascia che la virtù dorma, si sveglierà rinfrancata”.
Comunque, tutto ciò accade solo raramente
E, come sempre con questo tipo di pozione,
È della massima importanza che il dosaggio sia prudente.
Come un difetto, un eccesso di certi intrugli
(Per quanto poco plausibile il concetto)
Porta la malattia nell’ambito del cronico;
E dunque, caro lettore, come tu m’insegni,
L’unico rimedio che non rechi alcun danno
È la fredda severità del super-io, che è poi il suo charme.
Essendo sopravvissuto al mondo così tanto
E avendo anche vissuto talvolta in esso,
Preferisco gli alti pensieri espressi in canto1
Che sollevano il cuore mentre ti fan fesso;
Così, già che siamo in argomento di “cose serie”,
Coglierei l’opportunità per riflettere
Sul travaglio e la grande ricompensa
Che danno vita a certe marionette.
Per esempio: un attento leggiucchiare De Tocqueville2
Sulla questione del diverso ruolo
Toccato in sorte all’individuo
In tempi e luoghi democratici
(A differenza dei cosiddetti aristo-tali, per chi non lo avesse letto),
Come quando al pettine arriva il suo rovello,
Può sconcertare non poco l’area del cervello.
Mi riferisco specialmente al suo pensiero
Sul futuro corso dell’Arte
E della Poesia in particolare3
.
A proposito, oggi ho visitato lo Xerox Parc4
A Palo Alto (E qui lo debbo,
A quelli che magari conoscono Tocqueville
Ma forse non la Xerox, di dire un po’
Di che tipo di trappola si tratta:
Un centro dove alcuni antropologi,
Filosofi, “esperti in materia”,
Psicologi cognitivi e gente dell’I.A.5,
Tutti concordi che computare sia un linguaggio
E, apparentemente, che la vita non sia un’amenità—
Lavorano insieme per sviluppare teorie
Su come la gente apprende, e ad impacchettarle,
Rispondendo così alla necessità
Sentita dall’Amministratore Delegato della società,
Di impegnare i cittadini in ciò che loro chiamano
“Apprendimento vita natural durante”…); me ne andai da lí
Speculando da un lato
Come potrebbe essere il marinare
Un ergastolo scolastico, un quadro assai spettrale
Anche per il monello più ostinato,
E, ancor più, cosa tali provveditori
Di una costante assimilazione possono avere in comune, per la verità,
Con uno a cui la prudenza detta,
Nel trattare con gli altri, di fare loro
Solo e innanzitutto solo la minor quantità di male.
Poiché tale, per lo meno, è la vocazione del poeta:
Di non porre i problemi che cerca di affrontare.
Io non voglio generare affanno o allarmare
Ma è urgente che delle mani siano tese
A questi finti-innocui-interventisti-
Nelle-profondità-altrui, prima che essi si disperdano.
Siccome è improbabile che qualcuno possa arrestarli
Facciamo almeno in modo che siano in molti ad informarli.
In una democrazia—a Tocqueville fu lampante—
Libertà, uguaglianza e fratellanza
Non sempre vanno a braccetto; ed egli, poiché era buono come il pane,
Pensava che vi fosse ancora molto da imparare
E da affermare a proposito di essa,
Che diventar ricchi si potesse
Nello spirito, e non soltanto attraverso il guadagnare.
Il più delle notizie locali non viene mai diffuso
Oltre un certo raggio o confine,
E l’efficace soluzione di un problema,
Scoperta in qualche remoto cantone,
Può non riuscire ad arrivare all’attenzione
Di quelli che, proprio perché in lotta con esso,
Si credono al centro dell’azione.
E tale è il divario adesso tra la Saggezza
E persino i Premi Nobel di alcuni,
Che la Poesia, alla testa di tutte le Arti,
Deve spostare il campo delle sue operazioni,
Schierare i suoi reparti assaltatori,
Per gettare infine un ponte fra le “Due Culture”6.
L’immagine di una fanciulla sorridente e soave
Che soffia i suoi baci all’amato—uno ancora nella sua fase anale—
Offre un bell’esempio di quella perla
Di Legge di Natura che opprime e lega
Molti ardenti umanisti su questa terra.
Platone (nella Settima Lettera a Dionisos7)
Suggerì agli amanti del sapere d’incutere terrore
Per portare la gente dalla loro, ma al giorno d’oggi
È casino dappertutto e, in mancanza d’altri trucchi,
Gli amanti di Sofia8 devono essere più audaci,
Ciascuno ha da tirar fuori i suoi genitali.
Convinciamo Alberoni9 a produrre un CD ROM
Che ci regali degli orgasmi ottimizzati.
Disinventiamo una nuova tecnologia—ancor che forse è tardi—
E non cediamola, ma celiamola allo Stato;
Ma, più di tutto, troviamo una via:
È il presente stesso che è in palio.
Una delle ragioni principali della distanza
Tra il regno scientifico e quello umanistico
È che pochi umanisti conoscono la matematica,
Il fascino del ragionare scientifico;
Par contre10, molto diffusa tra le squadre in camice bianco
È l’impressione che quanto noi in tweed facciamo
Sia arcano. Simile filisteismo, direi,
Effettua uno stiramento della pazienza umana
Da eguagliare tutti quelli sofferti dalla Scienza
In epoca d’Inquisizione. L’essenza
Di ciò che fa l’artista, lo scrittore, il critico, lo studioso,
È di alimentare fiamme, di quelle che consumano—
Tanto da far GRIDARE i cuori—
Così che l’Umanità possa non perdere il suo nome;
Ma grigie le ombre del negletto
Gettate su quel lavoro dai bastioni della scienza—
Siano nobili che miserabili—
Disseminano nel cuore della società il disprezzo
Per la vera cultura. Il processo è andato avanti
Così intensamente e così a lungo
Che s’incontrano ormai ostacoli,
Nel misurarsi coi fenomeni,
Che immaginar nessuno avrebbe potuto. Eppur si muore11.


  1. cf. Ludwig Wittgenstein, Pensieri Diversi (1980), 1933-34: "Credo di aver riassunto la mia posizione nei confronti della filosofia quando ho detto che la filosofia andrebbe scritta come una composizione poetica. Da questo, mi sembra, dovrebbe risultare in quale misura il mio pensiero appartenga al presente, al passato o al futuro. Infatti, con questo, io ho anche confessato di essere uno che non riesce interamente a fare ciò che vorrebbe.

  2. Alexis de Tocqueville, autore di De la démocratie en Amérique (1835-40).

  3. ibid., vol. III, parte 1a, cap. 11, 17.

  4. il “Palo Alto Research Center” della Xerox Corporation.

  5. Intelligenza artificiale.

  6. i.e. Quella scientifica e quella umanistica. cfr. C.P. Snow, Le due culture e la rivoluzione scientifica (1959).

  7. Il nome italiano è Dionigi I (tiranno di Siracusa dal 430 al 367 A.C.), ma qui per esigenze di traduzione viene riferito con una italianizzazione del suo nome greco.

  8. coloro che amano Sophia, ovvero la Conoscenza; i.e. i filosofi.

  9. Francesco Alberoni, un rinomato sociologo italiano.

  10. fr. “D’altra parte”.

  11. un gioco di parole sull’espressione di Galileo Galilei “Eppur si muove”, che egli mormorò al termine della sua rinuncia—sotto la minaccia di venir messo al rogo dal tribunale dell’Inquisizione—della teoria copernicana e accettazione dell’idea ptolemaica che la Terra costituiva il centro immobile dell’Universo.

II