Nail Chiodo

Lucus Feroniae II

I

Traduzione dall’originale inglese.

Dunque, nel ragionare seguiamo una linea,
ortogonale rispetto alla destra e alla sinistra,
che sia tale da sollevarci, portarci
a nuove altitudini, consone
ai nostri più profondi sentimenti.
La semplicità poetica sarà propedeutica
a una saggezza che giungerà a segno,
se appena ci daremo il tempo di ottenerla.
Dobbiamo armarci grandemente d’ozio,
evitando di sprecarlo in studiati piaceri
offerti dal nuovo sistema globale;
operare a favore di nuove fioriture
di parole facili da seguire, finora inaudite,
capaci di rompere decisamente il silenzio.
Ora, con questo stato d’animo,
riprenderò il mio racconto d’amicizia
in tempi avversi, fieramente
stando accanto ai miei prediletti.

Mi è capitato di scegliere come amici
degli stronzi, campioni in cose ben diverse
dal fair play e capaci di comportarsi male
non appena le circostanze lo consentono—
tuttavia, i loro atti non sono mai illegali.
Li accetto come si fa con la paglia più corta,
quando l’impone la mano del destino.
Non sempre è stato facile amarli, a volte
mi han profondamente contrariato,
ma non riuscirci sarebbe stata in qualche modo
una sconfitta: se si vuole andar d’accordo
con i propri fratelli, si deve capire
la violenza altrui, fare due miglia
invece d’uno, regalare il mantello,
porgere la guancia. Insomma, ammettere
– né più né meno – la propria aggressività,
che sia rivolta all’esterno o autolesiva.

Non abbiamo mai avuto bramosia di sangue,
di dolore, né dentro né fuori di corpo e mente:
non si potrebbe descrivere nessuno di noi
come minimamente incline a cose malsane.
Ognuno è riuscito a dominare a modo suo
le forme più brutali del selvatico istinto.
Il mondo è già abbastanza cruento e doloroso
nonostante le nostre proteste pacifiste,
e in modi più che sufficienti a farci trasalire
al pensiero di quel che può avere in serbo.

Al riguardo, ognuno ha le sue idee,
presumo, buona parte delle quali
riassume differenti versioni della stessa
vecchia storia: siamo sempre in attesa
di qualche nuova supposta elettronica
che ci venga messa tranquillamente
ma certamente nel culo. Si direbbe
che l’unico scopo che la collettività
è concorde nel perseguire
sia una sterile interconnessione,
con gli omaggi dei guru tecnologici;
il che lascia tutti quelli già connessi
piuttosto isolati—c’era da aspettarselo.

Si consideri, per esempio, l’ultima trovata,
YouTube: è sia vetrina sia videoteca,
e tutti coloro che vi entrano
devono rinunciare, almeno in parte,
a rivaleggiare. Si deve provare
qualche curiosità, qualche riguardo
per ciò che gli altri potrebbero o meno
aver da dire su un così affollato palcoscenico;
meglio mettere da parte ogni animosità,
se non rinunciarvi, quando si assapora
senza pregiudizi la strampalata
casuale leccornìa, come il medium richiede:
non si va a una festa ove si fa baldoria
per starsene in disparte. Perciò
rischia di apparire assai fastidioso
esemplificare con la Firenze medicea,
o l’Atene di Pericle, i temi che ci piacerebbe
veder diventare più importanti per la gente,
più importanti, diciamo, delle fognature
di East Overshoe, Kansas, delle dannate
strofe d’un insopportabile rimatore
o della lunghezza delle basette d’una celebrità.

In verità, non m’importerebbe un accidente
di ciò che più comunemente coinvolge
l’immaginazione popolare,
se non fosse per gli effetti che ne derivano
e che ci troviamo a sopportare.
Molti dei miei amici sono ormai uomini fatti,
e non spetta a me esaminarne le coscienze;
pure, anche loro son costretti ad aver cura
del proprio equilibrio, tra le miriadi di bit
di trasmessa insensatezza
con cui i nostri concittadini
felicemente se la cavano. Invero,
sono certo che loro son più bravi a farlo
del crescente numero d’idioti
che concludono l’indagine
per il litigioso sottoscritto.

La maggior parte di noi
ha almeno cinquantaquattro anni—
un’età spartiacque, nella quale anche i poeti
prendono a farsi carico d’un trattato di pace
tra ragione e passione, che normalmente
si conclude abbastanza presto—
si veda al riguardo la regola empirica
di Lichtenberg. Tuttavia, l’osservazione
richiede un’annotazione secondo la quale
si deve distinguere tra ciò che, dopo tutto,
è uno sproloquio sentimentale e le passioni
che invece sarebbe folle abbandonare
in qualunque momento che preceda il giorno
del giudizio—immanente, se non imminente,
dopo tante invocazioni!

Nella prima categoria includerei
un’ossessiva nostalgia per il Giardino dell’Eden,
per l’uovo intero, mentre ogni forma di salute
dipende dal separare il tuorlo dall’albume.
A stento si può aspettare
di apprendere dal notiziario
che l’inconfessato bisogno di veri valori
è il più profondo segreto della gente comune.
Le loro più intime aspirazioni
avrebbero bisogno d’un linguaggio
nel quale esprimersi con maggior profitto
e ispirare un’autentica voce popolare.
Ma le espressioni amplificate
delle masse mondiali
nascondono il silenzio
che regna entro il palazzo
da quando han soffocato
l’ultimo debole suono.

Occorre una severa autodisciplina
per difendere la propria salute mentale
dall’incendio che un’avida immaginazione
può accendere e far avvampare,
se s’indulge a quel che i media
hanno da dire; tutti noi lo sappiamo,
però lo ripeto, dato che è difficile
non cedere alla tentazione di farsi imbrogliare.
Costretti come siamo a fare il doppio gioco,
al solo scopo di sopravvivere
e restar sani di mente, contentiamoci del nostro
– ottenuto a duro prezzo – punto morto.

II