Nail Chiodo

Calliope mette i denti

Il penitenziario

Traduzione dall’originale inglese di Aldo Rosselli.

I

La gioia mattarella, quell’ospite di squisite maniere
Che accetta l’ospitalità dietro sua stessa richiesta,
Benché attratta da bagni e docce en suite,
Amando lenzuola fresche1, pulite e torri medievali,
Trasforma le case nel caso migliore in un rifugio passeggero
E, alla ricerca di conforti più profondi, frequenta la strada.
Così, ospiti grati tengono sempre una stanza
Ben arieggiata nel caso di andare in depressione,
Nella speranza che lei, benché così eclettica,
Passerà nella loro direzione e riuscirà a farsi la marchetta.

Lunghe ore senza di lei
Insegnano la vecchia lezione:
Lei è presa dal potere
E intende che diventi ossessione.

O l’orrore di una vita che venga vissuta
Ricercando libertà inane!
Basta con l’andare per spelonche verso Lete2,
È arrivata l’ora di un grandioso rivolgimento!

Il mondo, così sembra, ammette che delle esistenze
Siano trasformate in mascheratura
Ogni volta che la mediocrità anche soltanto sospiri,
Così detestabile quando continua all’infinito,
Che si è comunque sorpresi che essa non sia più diffusa;
E anche se la mediocrità ha solo una parte della colpa,
Mero effetto di cause che è “meglio lasciare anonime”,
La minaccia da sottobosco alla mente è la stessa:
C’è un modo solo di stare a questo gioco.
Par ma foi3, tutto ciò che si vuole è la lode
Da parte dei borghesi sensibili, in seguito a un aumento
O, meglio ancora, una riduzione del tempo
Che si deve dedicare a fare ora il mimo
E ora l’ostrogoto4!
No, no, non permettere5 che la tua sinapsi sia il trogolo dei porci.
Tutto lo sciocchezzaio mai espresso
Deflette la luce del Sole diretta diritto
Sulla schiena del uomo che cresce eretta
Come tributo della natura all’intelletto.
L’ultima intellighenzia ha lasciato scivolare
Il suo abbraccio per poggiarsi una mano sull’anca:
Non che io abbia niente contro di loro;
Ad ognun di loro, io darei una cattedra!
In questa sferica prigione se ne va un grande sforzo
Là dove la velleità ci conduce per il naso,
Eppure se si riesce a vedere
I corpi come involucri, si è liberi,
O, quantomeno, così liberi come lo diventano i prigionieri
La cui sentenza è l’ergastolo.
Sospetti di questa—inattesa—condizione
Nei giovani sono buone approssimazioni,
Nei vecchi, evidenza che hanno smarrito la diretta via,
È ancora lí il nocciolo che non sono riusciti a trovare.
Non è che i prigionieri di una simile convinzione
Non abbiano problemi di facile ammissione:
Se esiste in assoluto l’ironia, è soltanto perché
Gli incarnati6 sono soggetti alle leggi comuni;
Ma ciò che in un terzo momento può riguardare il primo,
In un secondo può reificare7 una maledizione.
Invidia? No. Abominazione.


  1. cfr.John N. Findlay, The Transcendence of the Cave (1967).

  2. il fiume della dimenticanza che scorre nell’Ade, la cui acqua produce la perdita della memoria in coloro che ne bevono.

  3. fr. “sulla mia fede”.

  4. un membro della tribú gotica orientale che regnò in Italia del 489 al 555 D.C.

  5. cfr. John Keats, Ode sulla Melanconia, I, 1 (“No, no, non precipitarti verso il Lete…”).

  6. cfr. “avatāra”, nell’induismo, la discesa in forma corporea di una divinità sulla Terra.

  7. trattare (un’astrazione) come sostanzialmente esistente o come oggetto materiale concreto.

II

E cosí!1… intrappolati in ’sto “pennatenziario”, organizziamo
Uno scavo archeologico, un tunnel attraverso le cazzate
Dei circa ultimi trent’anni di menzogne,
Accettate addesso benché una volta ci ossessionassero.
Per cominciare ab ovo2—Ike stava ne La Stanza Ovale—
Naturalmente, aveva i suoi “fans”—
Ma gli intellettuali liberal acuti
Sapevano che il paese era abituato a piani piú sottili,
Richiedeva un personaggio piú sofisticato,
Era un timone che necessitava l’uomo perfetto:
Adlai3 era cosí considerato da alcuni
E, col fatto che Jack4 beccò il posto,
Ike ricominciò a piacere tutto da capo:
Sul tema dei neri non era un gran che
Ma vivendo fino alla fine del suo mandato tenne fuori Nixon5.
Forse di quell’epoca l’unico evento
Fatale cosí come tutti oggi comprendiamo
Fu quel piccolo Sputnik6 in regalo
Che Kruscev mise nella fredda mano di Ike7.
Ah, vecchio Nikita! Tanto charme, tanta rozzezza contadina8!
Riuscí una volta perfino a prendere in giro Mao
A causa della linea delle sue ascendenze,
E Mao fu d’accordo, anche lui aveva tradito la sua classe.
Ma, per i bimbi, lo Sputnik comportò una lunga Quaresima9:
L’aquila10, all’improvviso, si accorge dell’orso,
Mentre si riposa nel suo bagno d’uccello,
Ed è quasi salito fino al punto in cui
Può vederla e… ridere?!
Quel perditempo piú pratico con i missili?!!
Con gli artigli segnò le lavagne, la sua ira
Assicurò ai suoi orsacchiotti la cesta del pic-nic,
Mentre gli aquilotti digiunavano di scienza e matematica.
Io ho visto le migliori menti della mia generazione11
Equilibrare le formule aguzzando lo sguardo12,
Andando indietro quando un grande ego era socialmente una dannazione,
E credo che qui valga la pena di far di piú che suggerire
Che cosa fu che rovinò i giovinetti della nazione.
Allora c’era il paradosso degli S.A.T.13:
Esserne usciti bene assai significava chiedersi
Se la competizione fosse di per sé aberrante,
Mentre quelli classificati su un gradino piú basso
Furono indotti a credere nella ricchezza e nel prendersela facile.
Per gli ego e la supponenza significava
Che quelli che non avevano esitazione stavano crescendo
Non per l’amore di sé ma per dissenso
Da ogni possibile misinterpretazione.
Ora questa non era proprio una funzione da risolvere
Soltanto socchiudendo gli occhi,
E di qui tutte le strane avventure
Delle lotte di un’altra generazione
Contro tutto, dal male alle dentiere tentennanti.
Se mai da allora qualche alto tribunale
Avesse costretto a dichiarare la propria petizione,
In luogo di rendere la corte un Vespasiano,
Io direi idiosincrasia personale.
I pii desideri degli anni Sessanta14,
Se sentiti, dovettero essere traditi
E il decennio fu come un setaccio,
Che filtrava i gusti, come la gente si comportava.
Ne è soltanto coincidenza
Che ciò che per la maggioranza costituí una reazione
Di stampo libertino contro
Le forme della sanzione accademica
Finí con una accettazione rassegnata
Dei privilegi legati alla professione;
Il canto del cigno dei falsi scrupoli
Per tutti salvo pochi attivisti
Fu che il loro lavoro era utile;
Ma, io credo, nessun dubbio esiste
Sul fatto che l’acme di ogni crisi
Era il fallimento degli economisti di “sinistra”
Nel trasformare i valori in prezzi15.
Quando tutta la cittadinanza ha avuto il suo dovuto
Di misinterpretazione, l’unico luogo
Per una nazione di procedere da lí
È la misrappresentazione generale.
Io la ricordo come essendo iniziata
Dopo l’accesso in rotta alle biblioteche
In ogni maggiore università
Ancora nei primi anni Settanta16
.
Il bisogno che allora emerse
Di plausibili spiegazioni
Del fenomeno17
, la smania
Di invocare le privazioni di quei ragazzi
Oppure gli eccessi dei loro fratelli maggiori18

Come spiegare l’esistenza di questi poveracci?—
Come l’offerta di uno straniero di carezze
Prefigura l’orrore in semplici schizzi.
E com’era prevedibile, la pubblicità negativa
Risolve il discorso in un modo
Che nessuna quantità di complicità
Mai avrebbe potuto fare, l’andazzo
Della pubblica opinione è verso
L’infantilismo—del tutto privo di inibizioni e tortuoso.

Tali sono i mezzi che la Natura ha impiegato,
Essa stessa la pollastra senza testa di cui si ha abusato,
Per assicurare al “pennà” i suoi guardiani.


  1. cfr. “Well!”, Samuel T. Coleridge, Dejection: An Ode.

  2. lat. “dall’uovo”, “dall’inizio”; Ike: nomignolo di Dwight D. Eisenhower, 34-esimo presidente degli Stati Uniti (1953-61); La Stanza Ovale: l’ufficio del presidente nella Casa Bianca a Washington.

  3. Adlai Stevenson, concorrente nelle elezioni primarie alla nomina di candidato del Partito Democratico per la Presidenza degli Stati Uniti nel 1960.

  4. nomignolo di John F. Kennedy, 35-esimo presidente degli Stati Uniti (1961-63).

  5. Richard M. Nixon, 37-esimo presidente degli Stati Uniti (1968-74), fu vice-presidente durante il governo Eisenhower; benché ormai assai vecchio, Eisenhower visse oltre il termine del suo secondo mandato, cosí che Nixon non divenne presidente per successione. Egli fu eletto alla Casa Bianca soltanto sette anni piú tardi; nel bel mezzo del suo secondo mandato, però, fu costretto a dare le dimissioni a causa dello scandalo Watergate.

  6. il primo satellite artificiale, messo in orbita dall’Unione Sovietica nel 1957.

  7. Nikita S. Kruscev, capo dell’Unione Sovietica (1953-64), trionfalmente presentò Eisenhower con un piccolo modello dello Sputnik nel corso della sua visita negli Stati Uniti nel 1959, ed in tal modo inaugurò ufficialmente la Corsa allo Spazio ed alzò la posta in gioco nella Guerra Fredda.

  8. Kruscev era un istrionico dal carattere molto forte, orgoglioso delle sue origini contadine.

  9. sulla scia della messa in orbita dello Sputnik, i bimbi americani dovettero digiunare come se fosse stato periodo di Quaresima, nel senso di giocare meno e studiare di piú, specialmente scienze e matematica, come parte di una strategia educativa nazionale spronata dalla Corsa allo Spazio.

  10. l’aquila americana; l’orso: l’orso russo.

  11. cf. Allen Ginsburg, _Howl _(1956), (“Io ho visto le migliori menti della mia generazione distrutte dalla follia…”).

  12. alcuni giovani prodigi riuscivano a bilanciare, o risolvere, anche complesse equazioni e formule scientifiche e matematiche, apparentemente senza bisogno di compiere dei calcoli; tutto ciò che dovevano fare, sembra, fosse “aguzzare” lo sguardo e le soluzioni gli apparivano già belle e pronte.

  13. Scholastic Aptitude Tests”, ovvero test attitudinali scolastici mirati a misurare i livelli di predisposizione alla matematica e all’impiego di facoltà verbali, ai quali vengono sottoposti tutti gli studenti liceali negli Stati Uniti.

  14. cfr. Vladimir I. Lenin, La politica estera della rivoluzione russa (1917); Lenin, capo della rivoluzione bolscevica e della appena nata Unione Sovietica (1917-24), definí “pii desideri” le aspettative dei riformisti russi rispetto all’esito della prima guerra mondiale; una specie non interamente dissimile di ben-intenzionati pii desideri fiorí negli Stati Uniti negli anni Sessanta, soprattutto grazie all’opposizione alla guerra nel Vietnam.

  15. il piuttosto arcano problema della “trasformazione di valori in prezzi” fu uno dei maggiori scogli sui quali si arenarono gli economisti “di sinistra” (i.e. marxisti) nel corso dei primi anni Settanta.

  16. i supposti ottimistici e spensierati anni Sessanta negli Stati Uniti, con i loro Hippies ed esaltazione dell’importanza della pace, dell’amore e dei rapporti personali, giunsero a una fine repentina nei primi anni Settanta, quando i membri della nuova generazione di studenti universitari (l’avanguardia dei cosí detti Yuppies, ovvero “Young Urban Professionals”, letteralmente “giovani professionisti urbani”) si misero a competere fra di loro e a studiare come dei forsennati, specialmente quelle discipline tradizionalmente “utili” ed altamente remunerative quali la medicina e la giurisprudenza.

  17. nello stesso momento storico in cui il best-seller di Steve Reich _The Greening of America: How the Youth Revolution is Trying to Make America Livable _(“Il verdeggiare dell’America: come la rivoluzione dei giovani sta cercando di rendere l’America vivibile”) (1970) era accolto come la Summa dell’epoca, l’establishment pseudo-liberale e pseudo-intellettuale statunitense si trovava mal equipaggiato per spiegare una cosí subitanea svolta “materialista” nella sensibilità e nelle aspirazioni della nuova generazione di studenti universitari.

  18. la stragrande maggioranza delle matricole che iniziarono i loro studi universitari nei primi anni Settanta, determinati a forgiarsi una nuova identità come Yuppies, indifferenti rispetto ai valori emersoniani e thoreauiani che avevano ispirato i loro fratelli e sorelle maggiori, erano stati di fatto completamente accantonati dalla cosí detta “rivoluzione” degli anni Sessanta; i loro fratelli anche solo un paio di anni piú vecchi avevano già compiuto ogni sorta di ribellione che potesse sembrare possibile o auspicabile, e anche la maggior parte dei membri della generazione dei genitori avevano fatta propria la retorica del “volémose bene” che egemonizzava quegli anni; in un certo senso, il “Movimento dei giovani” precluse alle successive generazioni di adolescenti di vivere fruttuosamente _qualsiasi _esperienza di maturazione critica all’interno della società. Il conseguente atteggiamento da “dopo di noi, il diluvio” dei giovanissimi fu percepito con presuntuosa insofferenza dall’establishment pseudo-liberale e pseudo-intellettuale americano quando ormai gli effetti del danno antropologico e culturale compiuto furono fin troppo evidenti…